Friday, July 07, 2006

Aljosha e Zinedine, separati alla nascita

Aljosha Pasquali (a sinistra) a Zinedine Zidane messi a confronto. Da molti, soprattutto in questi giorni dove il mondiale di calcio vede la nazionale italiana di Marcello Lippi e quella capitanata dall’étoile del calcio Zizou Zidane in diretta competizione per la vittoria della Coppa del Mondo, mi viene rimarcata una notevole somiglianza, che io mi limito a girare a voi lettori, tralasciando ogni mio superfluo commento. Permettetemi soltanto che io esprima la mia ammirazione per questo campione. Un leggero danzatore nel terreno di giuoco: elegante e raffinato, geniale ed imprevedibile. Imprevedibile come qualche sua irrequetezza sul terreno di giuoco. Soltanto novanta minuti, ci rimangono ancora, per poterlo ammirare mentre sicuramente ci delizierà con la sua arte sopraffina. E allora come non ricordare le parole, di un suo illustre compagno come Alessandro Del Piero, che ha rilasciato in questi giorni durante un’intervista: “E' un numero uno in assoluto. Con lui ho vissuto un periodo molto intenso, fatto di molte avventure e anche di amicizia. La stima che ho di lui va oltre quella per un magnifico giocatore”. Sarcastiche, ricordo le parole dell’Avvocato Gianni Agnelli che lo bollò come giocatore più divertente che utile. Lascerà il calcio giocato dopo la finale di Berlino, questa è la sua decisione e noi la rispettiamo; anche se vorremmo, senza riserve, chiedergli di ripensarci. Lasciare a 34 anni, e all’apice di una carriera costellata da vittorie, forse è la scelta migliore. Lontano è quel 1988 quando a sedici anni esordì nella compagine del Cannes, lontano è quel suo esordio nella nazionale transalpina, datato 1994, dove entrato nel secondo tempo gonfiò la rete per due volte in soli 17 minuti. Il tempo scorre inesorabile lasciando al ricordo, e solo a lui, le splendide gesta di quei geni, come amava chiamare il calcio Gianni Brera, dell’arte pedatoria.
Copyright © 2006 by Aljosha Pasquali

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