Tuesday, July 04, 2006

Toni Zarpellon: l'armonioso sentiero della ricerca

Ho sfogliato, con fervido piacere, il volume nel quale è raccolta la produ­zione artistica del biennio 2004 – 2005 del pittore Toni Zarpellon .Mi ristora, come un viandante che prende riparo dagli scrosci d’acqua di un temporale settembrino, il varcare la soglia d’un verziere dove la familia­rità di scorci utoici mi rende ammaliato e compiaciuto; è un rina­sci­mento della Natura che si abbevera da una sconosciuta sorgente e si ali­menta e rigermoglia da essa. L’armonioso e candido sentiero della ricerca, com’io mi permetto di nominarlo, nella sua Spazio mentale (2005) c’invita a gettare sul verde prato le nostre vesti e cammi­nando scalzi a percorrerlo sin oltre la collina dove qualche cosa d’altro ci at­tende: insomma una metamorfosi dell’uomo in natura; una sorta di inverso passaggio, ma dalle medesime ri­sultanze, che le Cave di Rubbio si eleggono a prodigiose interpreti: la roccia si fa carne è energia e ha parti vi­tali.Il tutto è un’unica concentrazione alchemica con il quesito che alberga nel Volto di donna (2005): dove lo sguardo contratto e pensoso s’intreccia indissolu­bilmente con il segno vorticoso delle matite colorate, dove anch’esso sembra la metafora di una riflessione inquieta in quanto concita­zione affollata d’idee.La risposta dell’interrogativo: “Cosa vuol dire esserci?”, sembra trapelare senza indugio dalla intera sua produzione presente e passata volta alla ri­cerca, all’investigazione, allo spingersi oltre. La natalità dell’approccio: dove ogni cosa viene osservata con curioso stupore ed elaborata come proiezione del proprio essere, appare una condizione no­dale ed irri­nunciabile: spogliarsi delle sovrastrutture collettive per riscoprire quello che già si conosce.In una morte del sapere atrofico, esso cagione d’imprudente cecità, sem­bra esserci il nettare di una rinascenza individuale: trovare nella condizione originale il limo che genera fertilità; la Natura ricrea l’Uomo per­ché parte di essa. L’Umiltà allora sembra essere l’atteggiamento attraverso il quale la Testa esplosa (1981) può iniziare la sua lenta ricomposizione, e la Natura accompagna questa resurrezione individuale con le sue stagioni, con i suoi giorni e con le sue notti, con i suoi profumi ed i suoi colori.
Copyright © 2006 by Aljosha Pasquali

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